Sclerodermia: cos’è e come si cura?

Sclerodermia significa letteralmente “pelle dura” ed è una malattia multifattoriale, con una base genetica.
In Italia colpisce circa 25’000 persone e si presenta con una progressiva occlusione dei vasi sanguigni e fibrosi, ovvero l’ispessimento dell’epidermide e del tessuto connettivo degli organi interni.

A seconda degli organi che colpisce, può dare origine a gravi complicazioni. La sclerodermia viene suddivisa, in base all’impatto che ha sul corpo del paziente, in:

  • Localizzata: di principale interesse dermatologico, che non coinvolge gli organi interni, e si presenta con varie placche di indurimento cutaneo o lesioni simili a cicatrici su arti e volto.
  • Sistematica: prevede l’ispessimento e il coinvolgimento delle estremità del corpo, del tronco e degli organi interni vitali come polmoni, reni, apparato digerente e cuore. Possono verificarsi anche anomalie del sistema immunitario e alterazione dei vasi sanguigni.

Il sintomo più precoce è il fenomeno di Raynaud che consiste nel cambiamento di colore delle estremità, in particolare delle dita delle mani; questo fenomeno si manifesta proprio a causa della diminuzione del flusso sanguigno ai tessuti.

La sclerosi è un disturbo estremamente polimorfo, che causa un forte impatto sulla vite delle persone affette, alterando il loro benessere complessivo; la modifica dell’aspetto fisico, la fibrosi cutanea, le ulcere e le problematiche tendinee e articolari, incidono in maniera significativa sulla qualità della vita.

Quali sono le cause?

Come tutte le malattie autoimmuni, la sclerodermia ha origine multifattoriale, anche se le cause specifiche restano ad oggi sconosciute.

In linea generale, possiamo affermare che recenti studi confermino una disregolazione dei fattori che regolano l’angiogenesi e il sistema immunitario, e in individui maggiormente predisposti, insieme a fattori esterni, questo provoca lo sviluppo della malattia.

Come si cura?

La diagnosi precoce è fondamentale in quanto ciò permette di controllare adeguatamente l’evoluzione della malattia.

Ad oggi, non essendo ancora chiaro il meccanismo che innesca il sistema immunitario e che ne mantiene l’attivazione, non esiste una terapia risolutiva ed univoca. Le cure utilizzate sono principalmente mirate alla prevenzione o al ripristino del normale equilibrio fisiologico dell’individuo, cercando di rallentare o “spegnere” la sua progressione.

Troviamo diversi farmaci  che possono dare sollievo e cercare di migliorare la qualità della vita del paziente, tra cui:

  • Fans e cortisonici
  • Immunosoppressori ( ciclofosfamide, metotrexato, talidominde)
  • Antitrombotici e calcio, antagonisti per il trattamento delle vasculopatie
  • Vitamina d e derivati

Da alcuni anni poi, si stanno conducendo dei trials clinici che stanno evidenziando grandi potenzialità in preparati a base di Rapamicina (Sirolimus), una sostanza dotata di attività immunosoppressiva, utilizzata solitamente nei trapianti d’organo per evitare il rigetto.

Nel laboratorio della nostra farmacia siamo in grado di formulare preparazioni a base di questa innovativa molecola su prescrizione medica, in vari dosaggi (0,01%, 0,05%, 0,5%,..) e utilizzando veicoli scelti che ne favoriscano l’assorbimento e la spalmabilità.

Questo significa che:

  • Il medico può richiedere qualsiasi tipologia di crema base
  • Non c’è alcuna necessità di reperire la sostanza all’estero
  • Può essere allestito qualsiasi dosaggio necessario
  • Il farmaco può essere prescritto da qualsiasi medico di base o specialista, e può essere preparato e venduto in pochissimo tempo

CBD e Ansia

Cos’è il CBD?

Il  Cannabidiolo, meglio conosciuto come CBD, è una delle diverse componenti trovate nella pianta di cannabis. Non è assolutamente una molecola psicoattiva, dunque non sballa, ed è spesso utilizzato come rimedio naturale contro l’ansia, la depressione e molte altre condizioni.

Qualità della vita post pandemia: come sono cambiate le cose

Uno studio condotto all’inizio del 2021 dall’Istituto Superiore di Sanità, ha analizzato come oltre il 40% degli italiani abbiano riportato un notevole peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante e dopo il lockdown.

Nello specifico questo significa un peggioramento della qualità della vita con annesse alterazioni del sonno e disturbi sempre più frequenti dell’umore.

La crisi economica, la pandemia, il continuo bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti ogni giorno non fa altro che andare a minare il nostro senso di benessere e pace mentale.

Le donne, secondo lo studio, sembrano essere ancora una volta le più esposte al rischio: circa la metà delle donne italiane ha riportato un peggioramento del benessere mentale con un peggioramento dei sintomi depressivi e della qualità del sonno rispettivamente maggiore del 32% e 63% rispetto agli uomini. Biologicamente la risposta va ricercata nella natura empatica e sensibile della donna che la porta a sentire maggiormente gli stimoli (sia positivi che negativi) dell’ambiente circostante.

Come trattare l’ansia

Preoccupazione eccessiva, estrema autocoscienza, eccessivo senso di responsabilità, dolori al petto e attacchi di panico: l’ansia può essere una condizione debilitante. Altrettanto distruttiva può essere la depressione, che si presenta con un forte senso di tristezza e fa perdere ogni interesse e piacere per qualsiasi attività, anche quelle che prima ci piacevano tanto.

Il consumo di antidepressivi e ansiolitici dopo la pandemia è aumentato fino al 20% in Italia, ma quello che le persone forse ignorano è che la maggior parte di questi farmaci, sebbene donino sollievo momentaneo, oltre a creare dipendenza si portano dietro una serie di effetti collaterali e causano spesso squilibri nel nostro organismo. Dunque dalla semplice ricerca di una soluzione si rischia di finire in un circolo vizioso.

Esiste un’ampia gamma di rimedi naturali, come piante ed estratti, che risultano essere valide alleate nel migliorare il tono dall’umore: basti pensare alla Rodiola, Iperico, Ashwagandha, Valeriana, Passiflora e Biancospino, per nominarne qualcuna.

Tuttavia quando i sintomi dell’ansia e della depressione si fanno intensi, è possibile che questi estratti possano fare ben poco.

CBD e Ansia

Un’innovativa terapia alternativa che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni è il CBD, che nonostante sia un rimedio totalmente naturale continua ad essere oggetto di studi e ricerche per via degli straordinari risultati che i pazienti registrano tramite l’assunzione.

Un primo studio del 2015 pubblicato sul ‘Neurotherapeutics : the journal of the American Society for Experimental NeuroTherapeutics’ studiava appunto la correlazione tra CDB e ansia, evidenziando che esso interagisce con i nostri recettori endogeni dei cannabinoidi di tipo 1 (CB1), con i recettori della serotonina e altri recettori nel nostro cervello che regolano comportamenti legati ad ansia e paura.

In uno studio più recente condotto nel 2020 in Nuova Zelanda, i ricercatori avevano valutato gli effetti del CBD su un gruppo vario di soggetti che soffrivano di ansia.

Secondo lo studio il 70% dei partecipanti aveva registrato, dopo 3 settimane di terapia a base di CBD, un miglioramento dei sintomi e del benessere generale che andava da buono a eccellente.

Alcuni scienziati sostengono che il CBD ha la capacità di inibire un enzima del Sistema Endocannabinoide, chiamato amide idrolasi degli acidi grassi (FAAH) che ha il potere di scomporre e degradare l’anandamide, un endocannabinoide che il nostro corpo produce e che contribuisce a regolare il tono dell’umore.

CBD e Insonnia da Ansia

In maniera analoga molti disturbi del sonno sono legati all’ansia; il CBD, dunque, può essere utile per ristabilire il corretto ciclo sonno/veglia e migliorare la qualità del sonno interagendo con il Sistema Endocannabinoide e ripristinandone il suo normale equilibrio, oltre a comunicare con recettori presenti nel sistema nervoso centrale.

Un ulteriore studio riportato dal Journal of Clinical Pharmacy and Therapeutics ha dimostrato l’efficacia del CBD nel trattare il disturbo del sonno in fase rem in pazienti affetti dalla malattia del Parkinson.

Lo studio mostrava come i pazienti avevano tratto grande beneficio dal CBD e grazie alla riduzione dei sintomi del disturbo riuscivano a riposare meglio; una volta interrotta la terapia i sintomi ricomparivano.

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Accorgimenti sul CBD

Non si può negare che la vita frenetica, lo stress continuo e i mille impegni a cui stare dietro ci spingano sempre di più a ricercare la cura magica che guarisce tutti i nostri problemi, facendoci dimenticare che siamo noi i veri responsabili del nostro benessere.

Spesso ci capitano pazienti che abusano di carboidrati, zuccheri, alcool, fumano, conducono una vita estremamente sedentaria, non si preoccupano di assumere Omega3 o antiossidanti e hanno un profilo ormonale sballato ma ricercano comunque una cura magica che sistemi tutto per loro. (Scopri l’importanza degli Omega3 per il nostro organismo)Omega 3 farmacia san carlo

Questa mentalità è sbagliata – dunque l’olio di CBD può essere un ottimo alleato e punto di partenza (anche perché contiene anche Omega3 oltre a essere un potente antiossidante) ma non è una cura che guarisce tutti i mali.

Inoltre, la risposta alle terapie a base di Cannabis e CBD è altamente soggettiva e varia per ognuno di noi. In tutte le ricerche scientifiche il CBD conferma la sua sicurezza, ottima tollerabilità da tutti i pazienti, che non hanno mostrato effetti collaterali significativi.

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FONTI

  • Bresciani et al. (2020). L’impatto della pandemia sulla salute mentale. https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-salute-mentale#writers
  • Blessing, E. M., Steenkamp, M. M., Manzanares, J., & Marmar, C. R. (2015). Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders. Neurotherapeutics : the journal of the American Society for Experimental NeuroTherapeutics, 12(4), 825–836.
  • Gulbransen, Graham et al. “Cannabidiol prescription in clinical practice: an audit on the first 400 patients in New Zealand.” BJGP openvol. 4,1 bjgpopen20X101010. 1 May. 2020, doi:10.3399/bjgpopen20X101010
  • Leweke FM, Piomelli D, Pahlisch F, Muhl D, Gerth CW, Hoyer C, Klosterkötter J, Hellmich M, Koethe D. Cannabidiol enhances anandamide signaling and alleviates psychotic symptoms of schizophrenia. Transl Psychiatry. 2012 Mar 20;2(3):e94. doi: 10.1038/tp.2012.15. PMID: 22832859; PMCID: PMC3316151.

 

 

 

 

@sancarlofarmacia CBD vs 7HC. Quali sono le differenze? Ce lo spiega Paolo! Il CBD è indicato per patologie auto-immuni, durante periodi di forte stress/nervosismo e insonnia, e di come aiuta a riequilibrare il nostro Sistema Endoc4nn4binoide 🌱 #cbd #farmacia #perte ♬ Music In Your Heart (Instrumental) – BLVKSHP

L’importanza del progesterone

Cos’è il progesterone?

Nonostante spesso sia definito come un ormone femminile, il progesterone è in realtà un ormone neutro. Si pensa sia un ormone femminile proprio perché nella donna svolge un ruolo fondamentale per il concepimento e per sostenere la gravidanza; tuttavia limitare le sue funzioni del progesterone a questo è molto limitante e approssimativo poiché non tiene conto dei potenti effetti fisiologici che svolge sul nostro organismo. Anche l’uomo produce progesterone, e i suoi livelli talvolta possono risultare anche più alti di quelli della donna durante la fase follicolare.

Tale quantità di progesterone viene prodotto dall’uomo non certo per preparare il suo utero alla gravidanza, ma bensì per tutte quelle funzioni extra-uterine che questo ormone svolge e che sono essenziali sia per l’uomo che per la donna.

Il progesterone è ‘l’ormone del benessere’ per eccellenza; infatti il 20% dei suoi recettori sono situati nel cervello, dove regola le connessioni dei neuroni e collabora alla costruzione di guaine mieliniche.

Valori normali di progesterone

Uomini
0 – 23 mesi: 0.87 – 3.37 ng/ml
2 – 9 anni: < 0.15 ng/ml
Adolescenti e adulti: 0.20 – 1.40 ng/ml

Donne
0 – 23 mesi: 0.87 – 3.37 ng/ml
2 – 9 anni: 0.20 – 0.24 ng/ml
Adolescenti e adulti:
– Fase follicolare: 0.20 – 1.50 ng/ml
– Ovulazione: 0.80 – 3.00 ng/ml
– Fase luteale: 1.70 – 27.00 ng/ml
– Menopausa: <0.15 – 0.80 ng/ml

I valori considerati normali variano da laboratorio a laboratorio, per cui è buona norma controllare comunque l’intervallo di riferimento riportato sul referto delle proprie analisi.

Progesterone e menopausa

Durante il periodo della menopausa, si verifica una normale perdita della capacità di produrre una sufficiente quota di estradiolo e progesterone da parte delle gonadi.

Il progesterone è il primo ormone che si esaurisce quando una donna inizia ad affacciarsi alla menopausa, sebbene sintomi da deficit si possono sperimentare a qualsiasi età.

variazione della produzione ormonale nella donna

A partire dai 35 anni, la produzione di progesterone nelle donne cala, dato che l’ovulazione non si verifica più a ogni ciclo. Per questo già fra i 30 e i 40 anni è molto comune che si verifichi uno squilibrio tra progesterone e estrogeni a favore di una dominanza estrogena con tutti gli effetti negativi che questa condizione si porta dietro.

Quali sono i benefici del progesterone?

  1. Il progesterone è il grande sinergista e antagonista degli estrogeni: il progesterone viene secreto dalle ovaie nella seconda metà del ciclo mestruale, ovvero nella fase luteale, per supportare l’azione degli estrogeni, ma al contempo limitare anche i suoi effetti eccessivi che si manifestano quando si verifica un eccesso di estrogeni come dolori, mal di testa e seno dolorante.
  2. Svolge numerose azioni sul sistema nervoso; il progesterone è definito l’ormone della felicità poiché svolge un effetto calmante, diminuendo gli stati di ansia e depressione e aiuta a ridurre gli sbalzi di umore.
    Nel complesso è responsabile del nostro senso di pace e serenità (tipico nelle donne in gravidanza in cui i livelli di progesterone aumentano poiché la placenta produce grandi quantità di questo ormone essenziale per la sopravvivenza dell’embrione).
  3. Svolge un’azione anti-dolorifica e riduce la pressione arteriosa e frequenza cardiaca.
  4. Migliora il micro-circolo e svolge un effetto diuretico; una sua carenza infatti favorisce gonfiore e ritenzione idrica specialmente a livello di gambe, piedi, mani, viso, seno e addome.
  5. Contribuisce alla regolazione del tono ed elasticità della pelle, favorendo la crescita di unghie e capelli.
  6. Molto importante anche l’azione svolta per il trofismo delle ossa: mentre gli estrogeni mantengono la forza delle ossa, il progesterone aiuta a costruire nuovo tessuto osseo. Quando progesterone e estrogeni vengono utilizzati e bilanciati in maniera appropriata, operano la protezione più efficace contro lo sviluppo dell’osteoporosi, ancor di più se associati a testosterone (Scopri l’importanza del testosterone nella donna).

Sintomi da carenza da progesterone

Una donna con progesterone carente si presenta con un viso teso e sguardo aggressivo; come abbiamo detto il progesterone è l’ormone del benessere, dunque una carenza porta a una ripercussione sul tono dell’umore, con conseguente ansia, collera, attacchi di panico e mancanza di pace interiore.

Mani, piedi, e viso gonfi per la ritenzione idrica con una particolare propensione ad accumulare grasso nella parte inferiore del corpo.

Le mestruazioni sono abbondanti, e seno e pancia si gonfiano ed iniziano a dolorare molto prima che il ciclo parta. Questo perché come abbiamo detto il progesterone ‘smussa’ gli effetti degli estrogeni.

La pelle perde tono ed elasticità e i capelli e unghie si assottigliano e diventano più fragili.

In tale scenario non è difficile credere che una carenza di progesterone vada ad impattare anche sulla qualità del sonno. Sonni leggeri e insonnia sono infatti un altro sintomo di carenza di questo importante ormone.

Il progesterone bio-identico viene solitamente sempre prescritto in associazione con gli estrogeni in quanto un suo uso eccessivo rispetto agli estrogeni può favorire diversi disturbi.

Progesterone nell’uomo

Per gli uomini, oltre a svolgere il ruolo di antagonista del testosterone, è tra l’altro importante per la salute della prostata. Il progesterone, non essendo un ormone femminile, è un ormone non ha nessun effetto femminilizzante sul corpo maschile.

Il progesterone è anche importante per un cuore ben funzionante, poiché mantiene forti ed elastici i vasi sanguigni, ne impedisce gli spasmi, offrendo protezione dall’infarto.

Per gli uomini è inoltre fondamentale per l’equilibrio psichico.

Cosa fare in caso di squilibri ormonali

Gli ormoni bio-identici sono ormoni di origine naturale chimicamente e strutturalmente identici a quelli prodotti dal nostro organismo. Grazie all’uguaglianza con le molecole prodotte dal nostro corpo le terapie intraprese con questi ormoni (BHRT) risultano essere molto più sicure ed efficaci delle più comuni TOS realizzate con ormoni sintetici che aumentano il rischio del verificarsi di problemi cardiovascolari e di tumori oltre che non garantire la certezza di un risultato.

Tutti gli ormoni per essere prescritti necessitano di una ricetta medica, in quanto i dosaggi sono personalizzati in base alle esigenze della singola persona; è dunque fattore determinante affidarsi ad un medico che conosca e tratti gli ormoni bio identici. Inoltre, sono disponibili in differenti forme farmaceutiche per facilitarne l’assunzione.

Vene Varicose – Cosa sono e possibili trattamenti

Vene varicose cosa sono e come trattarle

Nell’apparato circolatorio si distinguono due tipi di vasi sanguigni primari:

  • Le arterie, che trasportano il sangue dal cuore alle altre regioni corporee
  • Le vene, la cui funzione è veicolare nuovamente il sangue al cuore

Dei due tipi di vasi sanguigni, le vene svolgono il compito più arduo. Al contrario delle arterie, non possono contare sull’azione di pompaggio diretto del cuore per trasportare il sangue destinazione; l’azione di pompaggio delle vene è dato dall’effetto di contrazione e rilassamento delle fibre muscolari presenti nella parete delle vene e da valvole interne che consentono il flusso del sangue in una sola direzione, cioè verso il cuore.

Quando si verifica un malfunzionamento valvolare, o quando la parete venosa risulta in qualche modo indebolita, il sangue non fluisce liberamente e tende a stagnare ed accumularsi all’interno della vena che risulta così congestionata. Soffrire di vene varicose  significa avere le vene delle gambe dilatate al punto che il sangue fatica a risalire verso il cuore perché la pressione di spinta non è tale da vincere del tutto la forza di gravità.

Il caldo, e ancor più l’umidità, contribuiscono ad aumentare questa dilatazione e quindi ad agevolare la stagnazione del sangue a livello delle caviglie.

Solitamente compaiono sulle gambe, soprattutto sulle cosce e sul retro dei polpacci, ossia le sedi in cui le vene devono vincere una maggiore forza di gravità per trasportare il sangue verso il cuore. Le vene varicose tendono ad essere sensibili e doloranti e possono determinare rigidità e gonfiore dell’arto interessato ma, in generale, non pongono alcun pericolo per la salute. Rappresentano un fenomeno piuttosto diffuso: infatti circa il 50% delle persone di mezza età soffre di vede varicose. In molti soggetti disturbo è una conseguenza di difetto genetico della parete o della valvola venosa, ma può anche essere causato da una pressione eccessiva sui vasi indotta per svariati fattori.

Un regime alimentare ad elevato apporto di grassi e scarso contenuto di fibre, la sedentarietà, l’obesità e lunghi periodi trascorsi in piedi o in posizione seduta sono tutti fattori che favoriscono l’insorgere di questa condizione. Molte donne sviluppano vene varicose durante la gravidanza poiché nelle gambe c’è un notevole aumento di carico di pressione.

Cause primarie

Le più colpite da questa condizione sono le donne in età fertile a causa della presenza di estrogeni; l’assunzione di anticoncezionali orali e il sovrappeso, portano a squilibri ormonali e all’affaticamento del sistema circolatorio, favorendo la comparsa delle vene varicose.

  • Difetto genetico delle pareti delle valvole venose
  • Dieta scarsa di fibre ed elevato contenuto di grassi e alimenti raffinati
  • Obesità
  • Sedentarietà
  • Lunghi periodi seduti o in piedi
  • Squilibri ormonali
  • Carenze nutrizionali

Trattamenti

L’alterazione del microcircolo degli arti inferiori provoca dolore e gonfiori ma anche cattiva ossigenazione dei tessuti, portando ad un indebolimento e una dilatazione delle vene e dei capillari, ritenzione idrica e cellulite. I capillari, spesso confusi con le varici, sono legati alla cellulite­­. Si tratta di un fastidioso inestetismo, ma non sono una patologia che precede o accompagna sempre le vene varicose. Per contrastare e ridurre i capillari è necessario fare attenzione alle abitudini alimentari, evitare il fumo e fare sport. Queste indicazioni valgono sempre e non smetteremo mai di ripeterle!

Sebbene non esistono cure per le vene varicose, esistono trattamenti che possono rinforzare le pareti venose e prevenire un peggioramento del disturbo.

  • Alimentazione
    Una dieta ricca di fibre è l’arma migliore contro le vene varicose. Determinati tipi di flavonoidi rafforzano le pareti venose ad esempio frutti di bosco di colore violaceo, come ciliegie, mirtilli more, sono ricchi di tali flavonoidi essenziali.
    Il grano saraceno, sia come alimento che come tisana, è una buona fonte di rutina, flavonoide che irrobustisce i capillari.
    Aglio, cipolla, zenzero, peperoncino migliorano la circolazione.
    Al contrario, grassi saturi e olii idrogenati rallentano la circolazione e aggravano l’infiammazione a carico dei vasi sanguigni.
  • Ippocastano: definita pianta venotonica in quanto irrobustisce le pareti e le valvole venose, migliorando la circolazione e riducendo il gonfiore.

    Durante uno studio che ha coinvolto 240 soggetti si osservò che l’efficacia dell’estratto di ippocastano era pari a quella delle terapie convenzionali che combinavano l’uso di calze elastiche e un trattamento diuretico.

  • Pungitopo: questa pianta contiene Ruscogenine, ovvero principi attivi ritenuti in grado di ridurre l’infiammazione a carico delle vene.Omega 3 farmacia san carlo
  • Acidi grassi essenziali: svolgono un ruolo importante nel ridurre le infiammazioni a carico dei vasi sanguigni.
  • Estratto di semi di pompelmo o estratto di corteccia di pino marittimo: contengono proantocianidine, ossia principi attivi che migliorano la circolazione e preservare l’integrità delle pareti venose.
  • Mirtillo: migliora circolazione sanguigna e irrobustisce le pareti dei capillari.
  • Vitamina E: anticoagulante naturale che favorisce il flusso ematico e riduce l’infiammazione a carico delle vene.
  • Calze a compressione graduata: L’utilizzo di calze a compressione graduata può aiutare molto. Questi prodotti applicano un effetto pompa che riattiva il microcircolo tutelando l’intero sistema sanguigno e linfatico.

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Omega 3: Essenziali per la nostra salute

Il desiderio di affrontare la vita con vigore fisco ed entusiasmo è qualcosa che accomuna la maggior parte delle persone. Oggi assistiamo ad un boom sul mercato di integratori e capsule che ci promettono salute e benessere, ma è importante non dimenticare quali sono davvero i nutrienti essenziali di cui il nostro corpo necessita per funzionare correttamente.

Gli Omega 3 DHA ed EPA sono acidi grassi essenziali che formano la maggior parte dei nostri tessuti e cellule nervose. Possiamo pensare agli Omega 3 come ad un olio che lubrifica e garantisce il buon funzionamento di un complesso macchinario sempre in movimento.  Oltre a essere cruciali per la salute del nostro cervello, è stato provato che giocano un importante ruolo anche nella salute del cuore, delle articolazioni, nella regolazione dell’umore, della salute della pelle, e molto altro ancora.

Dove si trovano gli Omega 3?

Diversi studi hanno portato alla luce il fatto che molte malattie e disturbi sono spesso associati a diete carenti di Omega 3.
Siccome il nostro corpo non è in grado di produrre Omega 3 in maniera autonoma, si rende necessario introdurli nella dieta mediante cibi o integratori, spesso consigliati per assicurarsi di assumere il giusto quantitativo giornaliero.

Fonti omega 3

Benefici degli Omega 3

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Come accennato in precedenza gli acidi grassi Omega 3 sono necessari per il funzionamento naturale dell’organismo, in particolare del cuore e dei vasi sanguigni, nonché del sistema nervoso centrale. Gli acidi grassi essenziali sono alla base di tutte le membrane cellulari.

Nello specifico, il DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della capacità visiva normale;  l’EPA e il DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca (l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di almeno 250 mg di EPA e di DHA).

I nostri Omega 3 contengono anche un importante quantità di vitamina E che, oltre a preserva l’olio di pesce dall’ossidazione garantendo una maggiore stabilità al prodotto finito, contribuisce anche alla protezione del nostro organismo dallo stress ossidativo. Riducendo l’ossidazione cellulare, la vitamina E amplifica l’effetto degli Omega 3 a livello dei vasi sanguigni e delle cellule nervose.

  • Protegge l’apparato cardiovascolare
    Il più grande vantaggio di una dieta ricca di Omega 3 è che questi grassi regolarizzano in maniera naturale il livello di trigliceridi e di colesterolo nel sangue, prevenendo patologie molto gravi a carico del sistema cardiovascolare come l’aterosclerosi e l’ipertensione.
  • Articolazioni sane e ben lubrificate
    Studi dimostrano che gli Omega 3 aiutano a ridurre l’infiammazione e il dolore delle articolazioni, migliorandone la salute e il buon funzionamento delle cartilagini.
  • Funzione Celebrale
    I benefici per il cervello sono notevoli, soprattutto per quanto riguarda l’apporto di DHA e EPA che sono funzionali per la struttura delle cellule e per favorire la vasodilatazione, la fluidità del sangue e il potenziamento antiaterogeno (ovvero previene o rallenta la formazione delle placche arto-sclerotiche all’interno dei vasi arteriosi). Svolgono inoltre importanti attività sulla preservazione delle capacità cognitive, sulla concentrazione e la memoria.
  • Umore
    I primi a dimostrare l’efficacia degli Omega 3 nel miglioramento dell’equilibrio emotivo sono stati i ricercatori della Harvard Medical School di Boston. Quest’ultimi avevano notato che  in diversi pazienti che soffrivano di depressione si registravano livelli bassissimi di acidi grassi essenziali. In particolare, l’EPA sembra essere utile nella gestione della depressione.
  • Salute della pelle
    Effetto antiossidante
    Anche in questo caso gli Omega 3, hanno un ruolo essenziale nella struttura della pelle perché aiutano a mantenere la funzione di barriera e a prevenirne la secchezza. In particolare rappresentano un potente antiossidante che contrasta l’invecchiamento cutaneo.
    Se per esempio prendiamo una mela e la apriamo questa a contatto con l’aria si ossida, ovvero tende ad annerirsi. Se ci aggiungiamo del succo di limone andiamo però a contrastare questo effetto. Ecco, gli Omega3 lavorano in modo analogo preservando l’ossidazione del nostro organismo.
  • Perdita di peso
    Diversi studi mostrano come gli Omega-3 supportino la perdita di peso incrementando il consumo energetico giornaliero e regolando il senso di appetito.
  • Omega 3 e Sport
    Gli omega-3 sono molto utilizzati dagli sportivi poiché svolgono un’azione protettiva nei confronti del muscolo sottoposto ad esercizio fisico intenso, e un’azione anti-infiammatoria e antiossidante, particolarmente preziosa durante sessioni intense di allenamento

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Fonti

Bowen, K. J., Harris, W. S., & Kris-Etherton, P. M. (2016). Omega-3 Fatty Acids and Cardiovascular Disease: Are There Benefits?. Current treatment options in cardiovascular medicine18(11), 69. https://doi.org/10.1007/s11936-016-0487-1

Giacobbe, J., Benoiton, B., Zunszain, P., Pariante, C.M., Borsini, A. (2020). The Anti-Inflammatory Role of Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acids Metabolites in Pre-Clinical Models of Psychiatric, Neurodegenerative, and Neurological Disorders. Frontiers in Psychiatry, 11. https://doi.org/10.3389/fpsyt.2020.00122

Su, K. P., Matsuoka, Y., & Pae, C. U. (2015). Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acids in Prevention of Mood and Anxiety Disorders. Clinical psychopharmacology and neuroscience : The official scientific journal of the Korean College of Neuropsychopharmacology, 13(2), 129–137. https://doi.org/10.9758/cpn.2015.13.2.129

Huang, T. H., Wang, P. W., Yang, S. C., Chou, W. L., & Fang, J. Y. (2018). Cosmetic and Therapeutic Applications of Fish Oil’s Fatty Acids on the Skin. Marine drugs16(8), 256. https://doi.org/10.3390/md16080256

de Camargo Talon, L., Prado de Oliveira, E., Moreto, F., Portero-McLellan, K.C., Burini, C. (2015). Omega-3 fatty acids supplementation decreases metabolic syndrome prevalence after lifestyle modification program. Journal of Functional Foods, 19, Part B, 922-928. https://doi.org/10.1016/j.jff.2015.01.022